Le trimestrali Usa, per ora, non deludono, anche fuori dale “big banks”. Scende il prezzo del gas in Europa: aiutano accordo piu’ vicino e meteo. Regno Unito: vacilla il premier Truss, piu’ solidi Gilts e Sterlina. Congiuntura europea in indebolimento, suggeriscono i dati tedeschi ZEW.
Un’altra seduta positiva, la quarta di fila, per le Borse europee ieri, 18 ottobre: evidentemente il buon umore di Wall Street si riverbera anche sul vecchio continente. I maggiori indici europei chiudono con discreti rialzi, sebbene dimezzati rispetti ai picchi “intraday”: Milano e Francoforte +0,9%, Parigi +0,4%, Londra +0,3%, Madrid +0,7%.
In Europa la Commissione Europea ha formalizzato le sue proposte sulla crisi del gas al Consiglio, proprio mentre le quotazioni del metano, complici temperature sopra le medie stagionali in tutto il continente, continuano a scendere: ieri, 18 ottobre a 120 Euro/megawattora e stamani ancora piu’ giu’, sotto 110, avvalorando uno scenario di rientro dell’inflazione a ottobre e dicembre.
La riduzione dei consumi di gas in Europa, oltre ad essere un cardine fondamentale del Piano “anti-crisi”, sembra essere favorita, oltre che dalle metorologia, anche dal rallentamento della domanda industriale e da comportamenti piu’ responsabili. Nel bimestre agosto-settembre i consumi complessivi sono stati -15% rispetto alla media dei 5 anni precedenti.
Negli Usa, a rafforzare il trend di recupero delle borse hanno contribuito alcuni dati trimestrali migliori delle attese, che attenuano le paure e la probabilita’ di uno scenario recessivo. Tra di essi quelli di Goldman Sachs, che seppure in calo a livello di profitto netto, 8,25 Dollari per azione, sono risultati sopra alle prevsioni degli analisti.
Sul finale di una giornata comunque molto volatile notiamo lo S&P500 dimezzare i guadagni della fase iniziale, +1,16%. Similmente il Dow Jones, +1,13%, ed il Nasdaq, che con +0,90% di ieri porta a +4,4% il guadagno in 2 sole sedute.
Migliori delle attese anche i numeri trimestrali di Johnson&Johnson: le vendite (fatturato) del terzo trimestre sono cresciute +1,9% a 23,8 miliardi di Dollari, l'utile netto a 4,46 miliardi, e quello per azione a 1,68 Dollari.
Netflix, la prima “big tech” a pubblicare i numeri dello scorso trimestre, torna ad un saldo positivo di nuovi abbonati, +2,4 milioni, il doppio del previsto, e migliora le prospettive sull'intero anno, dopo il lancio di un abbonamento piu’ economico per chi accetta inserzioni pubblicitarie.
Restando negli Usa, l’indice della produzione industriale a settembre è aumentato +0,4% a 105,2 rispetto ad agosto: le attese prevedevano un calo, mentre il dato di agosto è stato rivisto da 104,5 a 104,8 punti (-0,1%).
In Germania, l'indice ZEW sulla fiducia delle imprese di ottobre ha registrato il primo miglioramento da diversi mesi, risalendo a -59,2 da -61,9 di settembre: tuttavia l'indicatore sulla situazione corrente e’ sceso ancora, per il 4’ mese consecutivo, a -72,2, da -60,5, (minimo da 2 anni), incorporando l’attesa di contrazione economica nel 4’ trimestre 2022 ed in parallelo un calo dell’inflazione attesa.
Nel Regno Unito il clima economico e sociale resta teso, anche perche’ i prezzi al consumo (CPI) sono saliti +10,1% annuo a settembre, ripetendo i massimi da 40 anni toccati registrati a luglio. Il nuovo Ministro delle Finanze Hunt ha promesso di revocare quasi tutti i tagli fiscali e di ridimensionare le iniziative per ridurre i prezzi dell’energia annunciati poche settimane fa dal suo predecessore Kwarteng.
Nel frattempo la Bank of England (Banca centrale britannica) ha confermato che iniziera’ le vendite di Gilt (titoli del debito pubblico) dal 1 novembre, cioe’ appena dopo che il Governo, il 31 ottobre, avrà comunicato il nuovo Programma fiscale “ridimensionato”.
Il prezzo del petrolio conferma la recente debolezza, smentendo i timori di una accelerazione dopo il taglio di 2 milioni di barili/giorno deciso 2 settimane fa dal cartello Opec+ dei maggiori esportatori: il WTI (greggio di riferimento Usa) e’ stabile attorno 82,7 Dollari/barile. (ore 13.30 CET)
Sul mercato valutario, l'Euro consolida i recenti lievi progressi sul Dollaro Usa, ma resta in un intorno di 0,98. Lo Yen rotola sempre piu’ in basso contro Dollaro, avvicinando l’incredibile livello di 150 Yen/Dollaro, che potrebbe richiedere un nuovo intervento da parte della Bank of Japan. La Sterlina UK, dopo i recuperi degli ultimi giorni, sembra stabilizzata dal “dietro-front” del Governo, attorno 1,13 vs US$.
Il differenziale di rendimento (spread) tra BTP decennale italiano e Bund tedesco e’ stabile da inizio settimana attorno 240 punti base, mentre salgono i rendimenti di entrambi i benchmark: quello del BTP a +4,76%, quello del Bund a +2,37%.
Le maggiori Borse asiatiche mostrano performance differenziate: Nikkei giapponese +0,37%, Nifty indiano +0,14, ASX australiano +0,31%. Cali vistosi per il “greater China cluster”, appesantito dai titoli della tecnologia cinesi, tra i quali Tencent e Alibaba che perdono circa -4%. Tra i maggiori cali spicca il -2,4% dell’Hang Seng di Hong Kong -2,4% ed il -1,89% del China A50.
Le Borse europee erano partite con discreti progressi, praticamente azzerati a fine mattinata. I futures sui maggiori listini Usa anticipano riaperture in calo medio del -0,6% (ore 13.30).
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