La “temporanea” risalita dei prezzi a dicembre affligge le Borse europee! La prospettiva di taglio dei tassi resta solida, piu’ incerta la tempistica. Mercato del lavoro Usa fin troppo forte, indurrebbe la Fed ad attendere. USA: il “soft landing” e’ assodato, ora focus sulle trimestrali in arrivo.
I dati macroeconomici europei, specie quelli relativi all’inflazione, frenano un’ulteriore risalita delle Borse: i prezzi al consumo sono risaliti in Francia e Germania, sebbene lo sfavorevole effetto ottico “di comparazione” si spieghi soprattutto con un dicembre 2022 anomalmente benigno.
Morale: l’inflazione sta abbassandosi strutturalmente, anche se a dicembre nell’Euro-zona potrebbe essere risalita a 2,9%, ed i dati recenti non dovrebbero mutare la prospettiva di ammorbidimento della politica monetaria dell’ECB (Banca centrale Europe-BCE), che nel 2024, forse gia’ da primavera, dovrebbe fare 2 o 3 tagli dei tassi d’interesse.
Venerdi’ 5, in una seduta dal “sapore” e dai volumi semi-festivi, le Borse europee hanno chiuso in leggero calo, grazie al buon recupero nel pomeriggio: Londra -0,43%, Parigi -0,40%, Francoforte -0,14%: Milano +0,07%.
La prima settimana 2024 chiude comunque con numeri per lo piu’ rossi: Parigi -1,6%, Francoforte -0,9%, Londra -0,6%, Amsterdam -1,1%. Meglio Milano, +0,3%, e Madrid, +0,6%. L'indice Stoxx 600 segna -0,56% da inizio anno.
Insomma,dopo aver chiuso un 2023 memorabile, +19% medio delle Borse EU e addirittura +28% di Milano, nella 1’ settimana 2024 sono riaffiorati timori sulla perdurante stagnazione economia, sull'inflazione e qualche dubbio che le prossime mosse delle Banche centrali siano imminenti e generose nei tagli.
Sull’altra sponda dell’Atlantico, a Wall Street, gli ottimi dati sul mercato del lavoro a dicembre non hanno avuto grande impatto sui maggiori indici, che tuttavia hanno chiuso in leggero rialzo, dopo 2 sedute in calo: Dow Jones +0,07%, S&P500 +0,18%, Nasdaq +0,09%.
L’economia americana continua a tirare ed il mercato lavoro resta solido, forse anche “troppo”: lo raccontano i 216 mila nuovi posti di lavoro creati a dicembre, quando gli analisti ne stimavano 175 mila: il tasso di disoccupazione ha confermato 3,7%, battendo la previsione del 3,8%. Siamo al 25’ mese consecutivo di disoccupazione sotto il 4%, non accadeva da fine anni ’60 del secolo scorso.
Gli investitori si chiedono se tanta esuberanza del “US job market” non possa suggerire alla Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED) un rinvio dei tagli dei tassi: un sondaggio tra operatori rivela che la possibilità di un taglio a marzo e’ scesa da 62,1% al 55,7%.
Per alimentare nuove speranze occorrera’ guardare ai dati i sull'inflazione, giovedì 11 e oggi, 8 gennaio, ascoltare l'intervento di Raphael Bostic, membro del Board la Fed.
Intanto, i numeri del mercato del lavoro Usa hanno spinto al rialzo il Dollaro, con l’Euro sceso venerdi’ 5 sotto 1,09 Dollari sino 1,0877: in parallelo, il cross Dollaro/Yen e’ salito fino a 146, per poi ridimensionarsi sotto 145.
Sul fronte macro europeo, registriamo che gli ordini all’industria tedesca, a novembre, sono saliti meno delle attese, testimoniando che la ripresa della “locomotiva d’Europa” e’ ancora lontana: il magro +0,3%, pur rappresentando un rimbalzo rispetto al -3,8% di ottobre, e’ risultato sotto il +1,1% del consenso.
Venerdi’ 5 s’e’ osservata una marcata volatilita’ sul mercato obbligazionario, poi rientrata, tanto che lo spread Btp/Bund e’ risultato alla fine stabile a 168 bps. In particolare, il rendimento del Btp benchmark ha chiuso a 3,82%, dal 3,78% della vigilia, ma ha segnato un massimo “intraday” a 3,90% dopo i dati “cosi’-cosi’” sull'inflazione nell'Euro-Zona.
Stamane, 8 gennaio, osserviamo ulteriori vendite sulle Borse cinesi, in un mix di cattive notizie di nuove strette regolamentari all’industria del “gioco” (gaming) e sul diffuso consenso che Pechino non stia facendo abbastanza per stimolare consumi ed investimenti privati e “corporate”.
Chiusa Tokyo, a Hong Kong l’Hang Seng ha perso -2%, anche perche’ l’azione Evergrande è stata sospesa dopo l'annuncio dell'arresto del CEO della divisione auto elettriche Liu Yongzhuo. Peccato perche’ la Divisione EV (Electric vehicles), pur soffrendo della crisi finanziaria della holding capogruppo, a fine 2022 aveva avviato la produzione del suo 1’ modello di veicolo elettrico, Hengchi 5.
Peggio ancora l'Hang Seng Tech che ha perso -3% e giu’ anche i listini continentali: Shenzhen -1,9%, Shanghai -1,4%. Molto cruciali, questa settimana, i dati sull'inflazione al consumo (CPI) in Giappone, giovedi’ 11, e quelli al consumo ed alla produzione (PPI) Cina, venerdì 12: in Cina l’ipotesi piu’ diffusa e’ che ci sara’ la conferma della deflazione in atto.
Negli Usa, positivo l’annuncio dell’accordo da 1.6 trilliardi di Dollari tra Repubblicani e Democratici per finanziare il bilancio federale 2024, evitando un dannoso e oneroso shutdown della pubblica amministrazione. Dovrà essere ratificato dal Congresso superando la resistenza della parte piu’ “hardliner” dei Repubblicani alla Camera, che chiedeva ingenti tagli al bilancio.
La buona notizia non impatta la prospettiva di riaperture stabili a Wall Street, che pare piu’ sensibile al dato dell’inflazione di giovedì: gli analisti interpellati da Bloomberg prevedono un rialzo a 3,3% dal 3,1% di novembre per il dato generale, ma un benefico rallentamento, a 3,8% da 4,0%, del dato “core” (ex cibo ed energia): importante anche l’avvio delle “trimestrali” a fine settimana.
Borse europee invariate a fine mattinata, dopo un avvio leggermente negativo. (ore 13.30 CET)
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