Sale l’attesa per i dati sull’inflazione di giugno in Europa.
Negli Usa il dato PCE di Maggio orienterà il board della FED sui tassi.
La Francia si prepara al voto anticipato: minori tensioni su OAT e Borse.
Economia UE: Spagna sorprende in positivo, Germania ancora debole.

Negli Usa cresce l’attesa per i dati sull'inflazione, ed in particolare per il PCE (Personal Consumption Expenditires), cioè il deflatore del PIL (GDP), in calendario venerdì: come noto è un indicatore altamente considerato dalla Banca centrale Usa (FED-Federal Reserve) per decidere le future mosse di politica monetaria.

In Europa aleggia da ormai 2 settimane l’incertezza sul voto anticipato in Francia, dove il 1’ turno è previsto per domenica 30 giugno, e che ha inciso negativamente sulla Borsa e sui titoli di Stato francesi la scorsa settimana.

Gli investitori temono la vittoria del Rassemblement National, Partito di destra dichiaratamente anti-europeo, che promette una generosa politica fiscale proprio nel momento in cui l’eccesso di spesa pubblica e nuovo debito ha mandato la Francia in infrazione dei parametri di stabilità dell’Unione Europea. A ciò si aggiunge anche lo stallo politico e le probabili frizioni col Presidente Macron.

Nonostante le molteplici incertezze quella di ieri, 24 giugno, è stata una seduta di rialzi per le Borse europee, che hanno recuperato i cali di venerdì 21: Milano è stata la migliore, +1,58%, poi Madrid, +1,27%, Parigi, +1,03%, Francoforte, +0,99%, Londra, +0,77%: in coda Amsterdam, +0,13%, appesantita dalle vendite di titoli tech.

Contrastata, ma vicino ai massimi storici, Wall Street. Ricordiamo che giovedì 20 lo S&P500 ha toccato, “intraday”, il massimo storico di 5.505. Alla chiusura di ieri notiamo solo il Dow Jones in positivo, +0,67%,mentre sono scesi S&P500, -0,31%, e Nasdaq -1,07%: Nvidia di nuovo debole, dopo i picchi della scorsa settimana che l’avevano portata ad essere Nr 1 al Mondo per valore di mercato.

Occhi aperti, questa settimana, alla 3’ stima del Pil Usa del 2’ trimestre, alle vendite di case e, venerdì 28, al “trittico” di inflazione Pce, redditi personali e spese dei consumatori.

Banche centrali: regna la prudenza. Ieri Isabel Schnabel, membro del board dell’ECB (Banca centrale Europea), ha classificato come “fattori temporanei” il calo della produttività e la resilienza dei salari, sottolineando che sono visibili segnali di attenuazione delle pressioni salariali.

Negli Usa, Mary Daly, Presidente della regional FED di San Francisco, rimarca che la politica monetaria è «chiaramente restrittiva» e che il mercato del lavoro, nel caso di ulteriore rallentamento determinerebbe un aumento degli inoccupati, con ovvie ricadute sulla fiducia delle famiglie e sui consumi.

L’economia della Spagna cresce oltre le attese: +0,8% nel 1’ trimestre 2024 sul 4’ trimestre 2023, migliorando la precedente stima di +0,7%: ciò si riverbera sulla crescita annuale, che sale a +2,5%, battendo le attese, e risultando sopra la precendente lettura di +2,4%.

Restando in “ambito macro”, ed in specifico sul tema caldissimo dell’inflazione di giugno, venerdì 28 avremo le prime stime di giugno per Francia, Spagna e Italia: sui dati del mese in corso prevale l’ottimismo sul rallentamento della corsa dei prezzi, che dovrebbe scendere dal +2,6% medio annuale misurato a maggio.

Clima relativamente tranquillo sul mercato dei Govies Europei: lo spread BTP decennali italiani /Bund tedeschi e‘ sceso appena sotto i 150 punti base, ed il rendimento del BTP benchmark a 3,93%, - 2 bps dal closing di venerdì 21.

Poche novità dal fronte valutario, col cross Euro/Dollaro stabile attorno 1,07, e lo Yen che tenta di recuperare qualcosa dai minimi della scorsa settimana, che l’hanno portato oltre 171 nel cross verso Euro e a sfiorare quota 160 verso US Dollar.

Prende quota l’ipotesi di ipossibili interventi della Banca del Giappone per rafforzare la moneta, anche in relazione al dato sull’inflazione a Tokio, in calendario per venerdì 28, che potrebbe anche suggerire un aumento dei tassi d’interesse, tenuti ancora vicini a “zero” (0,10% il repo rate).

Stamane abbiamo osservato compiaciuti i diffusi recuperi delle Borse asiatiche, evidentemente immuni dagli effetti di contagio che potevano innescarsi dopo il sell-off di Nvidia (-6,6%) e Nasdaq (oltre -1,0%) di ieri sera a Wall Street.

Tokyo ha segnato +0,9%, ed è alla 3’ seduta consecutiva di rialzo, “cavalcando” la debolezza dello Yen. Notevole il rimbalzo, in media quasi +3,0%, delle azioni dell'automotive, tra le quali spicca il +5,0% di Toyota.

Tra le altre Borse, Seoul +0,35%, Taiwan +0,27%, Hong Kong -0,17%, Shanghai -0,41% e Shenzen -0,55%.

Pesanti cali delle cryptovalute ieri, 24 giugno: Bitcoin ha perso -8,2%, la maggior perdita degli ultimi 2 mesi, con performance simili per le altre “big-crypto”.

Le interpretazioni di questo violento calo sono molteplici: caduta di interesse per il comparto, diminuita propensione al rischio, flussi ridotti per gli ETF specializzati, e incertezza sulla prospettiva politica europea (elezioni Francesi) e Usa (Presidenziali).
Oggi, 26 giugno, si registrano diffusi recuperi, in media +3,0%. (ore 13.20 CET)

A fine mattinata le Borse europee perdono in media -0,4% tra scambi ridotti: Wall Street, ci raccontano i futures, dovrebbe aprire “flat”.

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