Risk-adversion molto evidente: Wall Street da -4% a positiva in chiusura.
Inflazione alta, Banche Centrali “falchi”, crisi ucraina: tutto e’ “contro” le azioni.
Oggi e domani il Comitato di politica monetaria della FED: attesa nervosa.
Cryptovalute senza pace, tentano di fare una base dopo il -50% medio.


L'attesa per le indicazioni della Federal Reserve sull’aumento dei tassi creano nervosismo e forte volatilita’ sulle Borse europee ed americane.
Le Borse europee ieri, 24 gennaio, sono state interessate da un’intensa pressione venditrice, chiudendo in sensibile calo, pur con un cenno di recupero sul finale.

Il FtseMib italiano ha perso -4,0%, di cui -0,4% come effetto “dividendi”, tornando sui livelli di novembre 2021. Il Cac40 francese ha perso -4,0%, il Dax tedesco -3,8% e il Ftse100 britannico -2,7%.

Giravolta sbalorditiva a Wall Street, che ha chiuso positiva dopo una seduta per lo piu’ in pesante perdita, a tratti -4%: nelle ultime due ore un’ondata improvvisa di acquisti (ricoperture? chiusura di opzioni?) hanno ridato slancio ai listini: Dow Jones +0,3%, Nasdaq +0,6%, S&P500 +0,3%.

Poca cosa rispetto alle perdite della scorsa settimana, la peggiore per Wall Street da marzo 2020, quando il Nasdaq ha perso -7,6% e lo S&P500 -5,7%, ma sufficiente a sollevare gli operatori che temevano un finale ben piu’ rovinoso (i.e capitulation).

Preoccupano le tensioni sul possibile intervento militare russo nelle province autonome dell’est Ucraina (Donbas). Il Presidente Usa Biden starebbe considerando l’invio di truppe, oltre che di armamenti di terra, mare e cielo, distribuiti tra i vari Paesi membri della Nato nell’est Europa e nelle Repubbliche baltiche.

L'America cerca di muoversi di concerto con l'Unione Europe ed il Regno Unito per parlare ad una sola voce a Mosca, dissuadendola da atti di forza nella regione del Donbass, che porterebbe ad una nuova violazione dell’integrita’ territoriale dell’Ucraina, come gia’ avvenuto in Crimea. L’indice RTS della Borsa di Mosca ha perso ieri fino al -8%, debole anche il Rublo.

Inizia oggi la riunione del FOMC, il Comitato di Politica monetaria della FED: domani alle 20.00 CET sara’ pubblicato il Comunicato che non dovrebbe prevedere rialzi dei tassi nell’immediato, ma fornire invece indicazioni sulle mosse future: secondo il consenso degli analisti, un ritocco da +0,25%, forse addirittura +0,50%, a marzo.

L’Italia vive la fase incerta dell’elezioni del nuovo Presidente della Repubblica: i mercati finanziari sembrano non risentirne troppo: tra gli operatori sembra prevalere il favore per una permanenza di Draghi come Primo Ministro piuttosto che come Presidente italiano.

La soluzione preferita sarebbe un secondo mandato a Sergio Mattarella o una figura di grande prestigio, anche relativamente estranea al Mondo politico, sostenuta da una larga maggioranza e la prosecuzione dell’attuale Governo sino a fine mandato, a marzo 2023.

L’inflazione sale in ogni angolo del Globo ed e’ fonte di grande preoccupazione per Governi e Banche Centrali. In presenza di economie in robusta crescita e’ facile innescare pericolose spirali prezzi/salari, che alla lunga nuocciono alla prospettiva di crescita, impattando sulla capacita’ di spesa di famiglie e imprese.

In Australia nel 4’ trimestre, e’ cresciuta del +1,3% rispetto al terzo, sopra le stime di +1,0%. L’aumento annuo, +3,5%, e’ il piu’ alto dal 2014.

L’inflazione è un problema anche a Singapore, dove non era quasi esistita negli ultimi 20 anni: col +2,1% annuo di dicembre, l’Autorita’ Monetaria locale, equivalente alla Banca Centrale, ha deciso di innalzare il tetto della banda di oscillazione della valuta locale, nella speranza che sortisca un effeto simile a quello di un rialzo dei tassi ufficiali.

Buone notizie per l’economia Sud Coreana, cresciuta nel 4’ trimestre 2021 del +4,1% annuo, sopra le aspettative di consenso che indicavano +3,8%. I 3 rialzi dei tassi decisi dalla Banca centrale da agosto in poi non hanno tolto slancio alla crescita coreana: buono a sapersi..

Stamattina, 25 gennaio, tutte le Borse asiatiche sono scese, spingendo l’indice MSCI Asia ex-Japan ai livelli depressi di novembre 2020. In breve, Nikkei giapponese -1,7%, Hang Seng di Hong-Kong -1,7%, CSI300 di Shanghai&Shenzen -2,3%, Kospi coreano, -2,5%, Straits-Times di Singapore -1,8%.

I future di Wall Street, all’indomani del piu’ incredibile rimbalzo intraday che si ricordi, indicano riaperture in marcato ribasso, compreso tra -0,8% del DowJones e -2,1% del Nasdaq (ore 14.00 CET).

A fine mattinata di oggi, 25 gennaio, sono positivi tutti gli indici europei, con progressi medi del +0,6%. La strada della diplomazia sembra essere quella preferita dalle parti per la definizione della crisi Ucraina, e gli indici PMI europei sono usciti misti, con quello della manifattura sopra le attese di 57,5 a quota 59, e quello dei servizi a 51,2, in calo da 53,1 e sotto le stime di 52,6.

Poco da dire sui mercati obbligazionari: il Treasury Note decennale rende +1,75%, il suo omologo BTP italiano +1,27%, ed il Bund tedesco -0,10%. Spread 137 bps.

Della fase di avversione al rischio si avvantaggia il Dollaro, a 1,128 verso Euro, +0,4%, mentre le cryptovalute sono depresse e volatili: Bitcoin 36.300 Dollari, -1,2%.


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