SPY

Settimana di storno sui mercati americani con giornate caratterizzate da volatilità ed indecisione.
Le quotazioni, sia dello Spy, che dei vari ETF Macro Settoriali, denotano un andamento non lineare, senza tendenza ed incerto.
Di sicuro possiamo affermare che alcuni settori hanno sofferto in misura maggiore ed in particolare:

• XLC – Settore delle comunicazioni, - 3,82%;
• XLY – Settore dei consumi ciclici, - 3,51%;
• XLK – Settore tecnologico, - 2,04%;

I settori che hanno forza relativa maggiore rispetto allo Spy fanno registrare comunque performances negative, ed il migliore sembrerebbe essere XLU (Utilities) con uno storno dello 0,07%.

Aumentando l’orizzonte di osservazione ad un mese circa (grafico sotto), sembriamo avere ulteriori conferme di quanto sopra descritto, con una debolezza relativa di tutti i settori ed in particolare i quindici giorni finali di novembre hanno annullato le performance di inizio mese.

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Menzione particolare merita il settore delle Comunicazioni, con uno storno deciso, confermato dalla rottura al ribasso della struttura supportiva evidenziata nel grafico sotto ed un indebolimento del quadro tecnico nel breve. Settore da tenere sotto osservazione, considerata la sua tendenza storica a performare meglio del proprio indice.

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Breve nota relativamente al Russel2000, l’indice delle piccole/medie imprese americane. Dopo averci illuso con la finta rottura di inizio novembre, è tornato nel suo range di oscillazione poggiandosi su un livello di supporto testato già diverse volte. La struttura rettangolare persiste oramai da febbraio 2021. Queste figure, protratte nel tempo, rischiano di perdere la loro affidabilità.

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L'unica asset class che sembrerebbe aver "goduto" di questa situazione è quella dei bond. Analizzando i titoli di stato a 10 anni, possiamo notare come i valori in conto capitale siano aumentati, a fronte della riduzione dei loro rendimenti. Questo significa che gli operatori stanno "parcheggiando" il danaro su strumenti caratterizzati da un più basso livello di rischio. E' probabilmente un'allocazione tattica, ma non priva di rischi. Ricordo che i titoli di stato sono correlati negativamente con il livello del costo del danaro ed esporsi totalmente sui bond, a tassi così bassi e con il rischio di manovre da parte delle banche centrali, aumenta il rischio a nostro carico. C'è da dire che la forza del dollaro degli ultimi periodi, rende "conveniente" la detenzione di asset denominati in questa valuta.

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Vedremo come reagirà nei prossimi giorni il mercato, nel frattempo malgrado le difficoltà , continuo ad operare con il mio approccio e se ho dei setup operativi, spengo l'emotività e tendo a seguirli, anche se magari con una size minore. Uno dei nostri bias mentali, ci porta ad abbandonare le posizioni durante i periodi di storno e restare totalmente liquidi sulla ripresa di momentum del mercato, facendoci ottenere una performance peggiore di quella che avremmo potuto ottenere.


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