Nell'ultimo periodo ci siamo occupati del DAX analizzando con attenzione la risposta dell'indice tedesco tanto agli eventi macroeconomici quando ai rischi legati alla geopolitica internazionale. Al momento non sembra reagire più di tanto alla multa combinata alla Volkswagen inerente lo scandalo "diesel gate" e tutto sembra rinviato all'appuntamento cruciale con la BCE.
L'azionario, a seguito della decisione FED in termini di politica monetaria, ha reagito al ribasso in primis l'equity USA. Lo statement ha lasciato intendere 4 rialzi dei tassi, non più 3 come ipotizzato precedentemente. Nonostante i toni sostanzialmente accomodanti di Powell, gli operatori finanziari temono una crescita del costo del denaro più incisiva del previsto. Nonostante un dollaro che dopo una prima reazione emotiva al rialzo è tornato sui livelli di partenza, l'azionario continua a mostrare debolezza.
Chiaro a questo punto, vista la stretta correlazione del DAX con la valuta di riferimento quindi l'Euro, che si aspetti la BCE. Le indiscrezioni emerse in quest'ultimo periodo vorrebbero un annuncio ufficiale dello stop o di una forte riduzione del QE, tuttavia i dati macroeconomici mostrano un rallentamento dell'economia europea e questo potrebbe indurre Draghi a procrastinare ulteriormente la decisione. Chiaro che una decisione o l'altra determinerà una risposta dell'Euro al rialzo o al ribasso, conseguentemente anche del DAX.
A livello tecnico il rimbalzo dalla media a 633 periodi è stato importante, anche se si fatica a rompere il livello di 12900 punti. Siamo a ridosso delle medie più importanti, ciò denota incertezza. Nel pomeriggio saremo in grado di rispondere adeguatamente ed eventualmente a valutare posizionamenti che possano durare nel medio periodo.
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