Se era avvisabile di non abbassare la guardia e di tenere in considerazione che il Ftse Mib potesse direzionarsi verso i 16.500 punti, in questo articolo vedremo adesso insieme quali sono i prossimi obiettivi.
Nell’ articolo della scorsa settimana (“Ftse Mib: sveglia!”) avevamo scritto: “Se non ci fosse il divieto di short saremmo stati short per mirare, quantomeno, ai 16.500 punti di fib (il future sull’ indice italiano Ftse Mib 40)”.
E lo avevamo argomentato in 3 punti:
1) grande laterale, quindi necessità di movimento direzionale; 2) mercato non rialzista quindi sbagliato comprare 3) segnale ribassista quindi necessità di entrare al ribasso.
Ma se tutto questo era così chiaro per i nostri algoritmi, tanto da essere necessario il segnalarlo anticipatamente, la domanda sorge spontanea: “Perché l’ industria del risparmio gestito non riesce a vedere quello che noi vediamo e a consigliare adeguatamente i suoi clienti e/o fare le giuste mosse consequenziali?”
E’ dal nostro punto di vista indubbiamente un peccato e uno spreco del risparmio italiano che tale industria non disponga di tali tecnologie e si riduca a utilizzare meccanismi arcaici e inadeguati di controllo del rischio ( esclusivamente la tanto usurata “differenziazione”) e meccanismi previsionali “discorsivi” quali le notizie e i dati macroeconomici (PIL che sale e che scende, spread e compagnia bella).
Si rischia di fare un grande danno, come si è già fatto, e forse, un danno maggiore.
Questo se il mercato andasse sotto i 14.000 e/o i 12.000 punti di Ftse Mib: in tal caso le formule magiche dell’ industria del risparmio gestito rischierebbero ancora una volta di non funzionare e di trascinare con se milioni di piccoli risparmiatori.
E’ per questo assolutamente necessario fare, come abbiamo già fatto da tempo e stiamo attuando per i nostri clienti un piano di salvataggio che copra contro il rischio di tale eventualità.
Questo sempre basandosi (però bisogna saper leggerla, prima) sull’ oggettività.
Quali sono le oggettività ora? Riepiloghiamole.
Primo: lo ribadiamo, è certo che il trend attuale non sia positivo. Questo dipende dal fatto che nel movimento tra 14.045 e 18.195 non vi sia stata una figura tecnica di inversione al rialzo.
Secondo: c’è ancora in essere un oggettivo segnale ribassista che vede quantomeno i 16.500 come target e non si è attualmente ancora chiuso.
Terzo: dopo un laterale di oltre 10 anni (ricordiamo che i laterali sono come molle che accumulano energia per poi rilasciarla) tra 12.000 e 24.000 punti, se si rompessero i 12.000 punti le potenzialità ribassiste sarebbero ovviamente naturalmente enormi e, ovviamente, da non trascurare (Figura 1).
Fig 1. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
Tutto questo è sufficiente per fare un appello e ribadire che è urgente fare un piano per evitare tale eventualità per prima cosa. Perché i risparmi degli italiani sono importanti.
Fare un piano inoltre non costa nulla e se tutto dovesse poi risolversi in niente (perché i grafici ancora non condannano ma avvisano), tanto meglio ma quantomeno si sarà fatta la cosa giusta per sé stessi e per la propria famiglia.
Fabio Pioli comunica che la presente esposizione presenta informazioni che potrebbero potenzialmente suggerire implicitamente o esplicitamente una strategia di investimento riguardante uno o più strumenti finanziari e pareri sul valore o il prezzo attuale o futuro di tali strumenti ed è da intendersi come una comunicazione di marketing. In quanto tale non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimenti e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
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